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Fenomeni PSI e ripetizione traumatica di Daniele Camoletto
Metapsichica 1996

 

Summary:
PSI phenomena and traumatic repetition.

In this article psi phenomena are described as an effect of variations in the homeostatic Ego libido. Cases of mimesis and some psychosomatic diseases are recognised as psi phenomena, due to the adhesive identification to the Other's desire in a frame opposing them to psychotic symptoms. The difference between infestations and after death apparitions are explained by the psychodynamics of oneiric desire in a Ego's narcissism traumatic state.
So psi phenomena are classified as a particular, exteriorized case of repetition compulsion, revealing the effect of death drive in the biological world, confirming the well-known Freud's hypothesis.
 
 

La mancanza di progressi nella spiegazione scientifica dei fenomeni psi testimonia che su questo problema il pensiero umano è stranamente arrestato e l'indagine sperimentale, quando non è rivolta solo a garantire l'autenticità dei fenomeni, si dimostra incapace di renderne ragione.
È invece mia tesi che nella teoria psicoanalitica vi siano molti elementi per un notevole avanzamento nella conoscenza del "paranormale". Si tratta d'interrogare il testo freudiano: ci si accorgerà che in esso è contenuto implicitamente molto più sapere sui fenomeni in esame di quanto si crede e si dice comunemente. Bisogna dunque esplicitarlo in un discorso.
La situazione attuale degli studi di metapsichica è simile, anche peggiore di quella della scienza dei sogni prima dell'analisi freudiana. Trat-tandosi di fenomeni incontrollabili e privi d'apparente relazione causale in senso meccanicistico sono esclusi dalla scienza; anche un modello di ricerca neurofisiolo-gico, quali ne siano i risultati, rimane nei limiti di una correlazione. Resta la causa psichica: il desiderio inconscio che la psico-analisi considera volto a ripristinare la percezione di un primo soddisfaci-mento. Questo desiderio inconscio viene considerato in modo determini-stico ed impiegato proprio dove si parla di caso, dove non c'è relazione, mettendo del senso nell'insensatezza, basti pensare alla Psicopatologia della vita quotidiana. La questione si pone diversamente per i fenomeni psi che fanno piuttosto segno di una presenza.
Iniziamo la nostra analisi partendo da una prima considerazione. Si parla di percezione extrasensoriale cercando di capire come avvenga e chi ne sia l'autore. Qual è l'evidenza medesima del fenomeno, limitandoci a ciò che ci appare nella ESP? Abbiamo un'informazione che riconosciamo uguale: dunque una sua ripetizione. Questa affermazione può sembrare ovvia, si tratta appunto di quel che occorre spiegare. Ma non è così semplice. Intendo dire che la psi è all'origine, in ogni caso e prima di tutto, un fenomeno di ripetizione.
Le manifestazioni della psi non ci appaiono sempre delle ripetizioni perché sono subito mascherate dai processi di trasformazione simbolica, per esempio, come nel sogno ESP si passa dalla forma realistica ad una rappresentazione sostitutiva dovuta agli effetti del lavoro onirico. Quando la ripetizione investe l’Io abbiamo la possessione medianica, riconducibile ad un'identificazione, questa parola così comune ma che non possiamo usare in senso psicologico. In questo caso l'identificazione viene a fondersi con gli effetti indotti dalle domande dei partecipanti alla seduta medianica.
Quindi ci troviamo presto di fronte alla confusione tra le informazioni reali e quelle suggerite dal desiderio inconscio in progressiva elaborazione. Ritroviamo il medesimo fenomeno nell’ipnosi, sotto i vecchi termini di "simpatismo, contagio psichico", subito sottoposti agli effetti del comando, nella cosiddetta "reincarnazione", nei fenomeni di bilocazione come nelle apparizioni di un doppio. Le infestazioni sono un chiaro esempio di ripeti-zione di una situazione di crisi, mentre nel poltergeist essa è solo deducibile dagli effetti dello spostamento proiettivo di una figura parentale espulsa su oggetti nell'ambiente. Nel caso della magia l'identità è elevata a tecnica attiva, un controllo della natura eseguito tramite l'imitazione, simpatica od omeopatica, presupposto di quella contagiosa.
Ricordiamo in ultimo l’esempio più evidente: le seriazioni e coinci-denze di eventi, qualcosa che ritorna sempre uguale avendo valore simbo-lico per l'osservatore.
Ma se ogni fenomeno metapsichico è in origine una ripetizione, cosa ripete? Esaminiamo i fenomeni spontanei.
Cercando una caratteristica comune a tutte o almeno ad una parte delle manifestazioni paranormali spontanee, notiamo subito la loro connes-sione con episodi drammatici o di crisi: sono lutti, incidenti, è il morto che sembra tornare a dar segno di se, la visione di una disgrazia. Sono situa-zioni traumatiche. Tuttavia questa non sembra essere una regola generale, si osserva nella maggioranza dei casi raccolti mentre in altri i traumi sem-brano non aver valore per l'interesse del percipiente oppure non si percepi-scono traumi bensì informazioni liete o irrilevanti per l’Io cosciente.
Proviamo ad esaminare la nozione di trauma. Nella psicoanalisi come nel linguaggio comune comprende tutte le esperienze lesive per l'integrità dell'organismo o le situazioni di perdita di un oggetto investito affettiva-mente da parte dell’Io, che per la loro intensità o ripetizione non possono essere elaborate dall'apparato psichico che le subisce. Abbiamo due fattori: l'intensità del trauma e lo stato di distribuzione dell'attenzione del soggetto. Quando il secondo fattore è insufficiente per impedire l'afflusso delle ecci-tazioni avviene un'alterazione della costanza dell'energia nell'apparato psichico e lo squilibrio patologico dell'Io. La psicoanalisi è nata dallo studio di questi fenomeni; il sintomo isterico infatti è l'esito del tentativo conflittuale di ripetizione di un episodio traumatico ed ogni nevrosi può essere definita una nevrosi traumatica elementare la cui origine viene spostata sempre più indietro nel tempo, fino alle prime esperienze costitutive dell'Io.
Questa eguaglianza che si può fare tra i fenomeni metapsichici e la ripetizione del trauma nella nevrosi non desta stupore: si tratta sempre di prodotti dell'inconscio
La nozione di trauma non va presa in senso fisico, si tratta di una lesione psichica. Ogni essere umano, nelle prime fasi della vita, subisce le esperienze che strutturano le sue relazioni con il mondo. Abbiamo le prime fondamentali fissazioni della libido, le iscrizioni del proprio desiderio in rela-zione ai significanti che gli vengono imposti dal discorso degli altri. Sono esperienze di separazione dall'oggetto, c'è sempre un vuoto, una mancanza, delle quali la mancanza fallica, correlativa al complesso di castrazione, è il prototipo che inserisce il soggetto nel processo di simboliz-zazione. Quel che ora importa esaminare, sono le posizioni di difesa che il soggetto può assumere rispetto a questo vuoto: la perversione, la nevrosi, la psicosi, noti campi dell’indagine psicoanalitica in rapporto ai quali occorre situare i fenomeni metapsichici.
Se la ESP spontanea è la ripetizione di un episodio percepito in una relazione di prossimità temporale anche anticipatrice, il sintomo isterico è la reminiscenza indistruttibile e sempre attiva di un episodio passato vissuto dal soggetto. Una immediata constatazione ci frenerà dal portare troppo oltre il paragone tra il fenomeno metapsichico ed il sintomo isterico; essi non si situano nello stesso modo rispetto alla mancanza, nel primo infatti non si può parlare di rimozione.
Dobbiamo prendere a confronto, piuttosto che le nevrosi, le psicosi e le affezioni psicosomatiche.
La rimozione consiste nel respingere una rappresentazione insop-portabile all'Io che giunge dall’interno e tenta continuamente d'emergere. Quando si verificano le condizioni ne-cessarie abbiamo il ritorno del rimosso sotto forma di sintomo.
Per la psicosi è diverso. Già Freud aveva indicato la presenza di un meccanismo di difesa specifico, un rigetto fondamentale della castrazione che Lacan ha meglio definito chiamandolo preclusione. In questo caso non abbiamo un processo interiore come nella nevrosi, ma una percezione allucinatoria che giunge dall'esterno riproducendo in una rappresentazione sostitutiva la mancanza fallica rifiutata e non simbolizzata.
Nel vasto e confuso campo della medicina psicosomatica i fenomeni ai quali intendo riferirmi sono alcune malattie cutanee e cancerose in soggetti adulti o in età infantile. In esse si riscontra un'identificazione tra la zona somatica interessata ed un'analoga lesione organica, o una mancanza della significazione simbolica nella stessa parte del corpo in parenti ascendenti del malato, anche un ascendente nella terza o quarta generazione, un nonno o prozio. L'inizio e la remissione della malattia possono corrispondere a ricorrenze di date significative per la famiglia, a nascite che modificano i ruoli soggettivi.
I fenomeni di mimetismo traumatico appaiono nel mondo biologico animale ed umano con certe deformità e le "voglie" che la tradizione popo-lare attribuisce alle gestanti (ma quando mai gli uomini tengono nel giusto conto il loro stesso sapere). Essi si verificano in relazione ad un desiderio o ad una visione che "impressiona". Anche in questi casi abbiamo una ripro-duzione, e dove? Sulla superficie cutanea del soggetto nei suoi primi mesi di vita, oppure, se è una femmina gravida, sul feto. Il mio interesse si è rivolto ad essi perché sono i più semplici per comprendere le leggi che regolano l'emergenza della psi, ed è un peccato che siano stati trascurati. La questione del mimetismo non ha mancato di porsi agli studiosi più acuti dei fenomeni psichici, ma non mi sembra che il problema sia stato ben centrato; il termine di "ideoplastia" è, ritengo, fuorviante, rimandando ad un metafisico mondo delle idee invece di soffermarsi sulla riproduzione del trauma. (È la stessa critica che Lacan formula occupandosi dello sposta-mento del sintomo nella catena significante invece di  riferirsi al significato). Ritroviamo lo stesso problema, che possiamo ritenere ormai chiarito nella sua dinamica, nel comportamento d'imprinting animale e nella nota teoriz-zazione di Lacan sulla fase dello specchio, la matrice unificante immagina-ria dell’Io ma egli ne ha parlato anche in relazione all'angoscia.
I fenomeni metapsichici sono la continuazione ad un più elevato livello di simbolizzazione e per effetto del narcisismo secondario di questo processo d'identificazione primaria, che l'Io può anche imparare ad utiliz-zare in maniera indiretta. È un meccanismo di difesa che si trova in rela-zione d'opposizione con quello della psicosi, rispetto alla mancanza fallica.
Se, facendo un discorso psicologico, ritenessimo che le manifesta-zioni della psi tendano a colmare questo vuoto d'oggetto, un'ingenua supposizione porterebbe a pensare che il desiderio di comunicazione, una rappresentazione psichica di particolare intensità possa produrre un feno-meno metapsichico.
Ma non abbiamo alcuna prova di una simile potenza dell'anima. Se si volesse credere ad un'efficacia del pensiero o ad un'onnipotenza del desi-derio, l'esperienza umana ci smentisce quanto gli esperimenti dei parapsi-cologi.
Non si conosce nessun neonato che invece d'allucinare il seno materno lo materializzi e la ESP infantile spontanea, quando si potrebbe supporre un desiderio intenso e la convinzione nel magico potere del pensiero, sembra piuttosto un fenomeno indotto passivamente.
Se la volizione cosciente è inoperante, chi è qui sostenuto come autore del miracolo dal desiderio del soggetto? L’Altro; intendendo con questa parola tutto ciò che costituisce una rappresentazione sostitutiva del genitore onnipotente. Invocazione di un morente, evocazione di un ante-nato, domanda rivolta ad un medium, esaltazione di un santo: è la pre-senza dell'Altro ad esser mantenuta. È questa una legge fondamentale:
l'Io non si considera mai direttamente l'autore del fenomeno metapsi-chico. Quando si dissimula, riferendosi ad un'energia naturale ed al mitico potere dell'anima, siamo sul versante della magia.
Possiamo dunque supporre che i fenomeni metapsichici siano legati alla domanda d'amore e riconoscimento (narcisismo secondario) piuttosto che alla soddisfazione di un bisogno, anche se la magia li usa in questo senso.
Quando non siano semplici processi d'identificazione mimetica sarebbero il risultato d'investimenti libidici posteriori alla formazione dell'Io. Per questo si oppongono alla posizione psicotica. Lo psicotico, è piuttosto negativista ed il ritiro degli investimenti libidici nell'Io (nevrosi narcisistica) impedendo i fenomeni ci rende comprensibile l'impossibilità per i suoi vari deliri d'influenzamento, telepatici, persecutori, di corrispondere alla realtà materiale pur conservando il valore di una deformata verità storica infantile. La casistica e le ricerche sperimentali sembrano confermare quest'ipotesi, i rari casi riportati riguardano piuttosto stati pre e post-psicotici. Con questo non intendo dire che non siano possibili fenomeni paranormali in una persona psicotica; non vi può essere nella psicosi, per la posizione di rifiuto assunta rispetto al desiderio dell'Altro, effetto diverso dall'allucinazione medesima.
Il contrario avviene nel misticismo. In questo raro stato d'investimento libidico nell'Altro, quando è ridotto alla sua funzione simbolica, il miracolo si realizza ogni qual volta diventa necessario per testimoniare la presenza divina.
Vi sono tuttavia degli aspetti che accomunano l'evento paranormale e la crisi psicotica: sono le condizioni che determinano la loro emergenza. Come nella preclusione psicotica un sostituto ritorna, non nell'allucinazione ma alterando la realtà materiale o percettiva in un'esperienza veridica. Bisogna comprendere quali sono queste condizioni.
L'esempio del sogno ESP rimane il più facile da analizzare e ad esso possono ricondursi anche i casi di allucinazioni e visioni che sono sottoposti alle stesse possibilità di deformazione.
Per la psicoanalisi il sogno è un momentaneo stato psicotico, la dinamica è la stessa, resa possibile dalla diminuzione della censura critica e dall'arresto della motilità
Il sogno ESP si distingue da quello normale per la sua vivezza e intensità, purtuttavia il suo rapporto con il desiderio infantile non è stato molto esplorato. Freud ci dice che il problema della telepatia non riguarda il sogno, l'informazione extrasensoriale ne verrebbe a far parte ed essere trattata come un materiale percettivo diurno. Ma vi propongo un’ipotesi: la "psi" - non solo la telepatia - non è tanto il messaggio ricevuto che si inseri-sce nel sogno, quanto la sua vera "capitalista" come un desiderio infantile rimosso. Oltrepassa la funzione di appagare un desiderio, è la ripetizione di un trauma, che può anche presentarsi privo di deformazioni. Possibilità ammessa da Freud nel caso della nevrosi traumatica e nel ritorno onirico di esperienze infantili spiacevoli.
Questa ripetizione non è un'attività neurologica, un'informazione regi-strata in qualche zona cerebrale che produce una percezione. Il desiderio inconscio ed il trauma sono, secondo Freud, indispensabili alla formazione del sogno manifesto, ma possono pervenirvi solo servendosi del materiale del sogno, traendo a se ed organizzando resti diurni, stimoli somatici, pensieri onirici latenti; il sogno infatti è “il surrogato, alterato attraverso una traslazione su materiale recente, della scena infantile". Lo stesso possiamo dire del sintomo e degli altri derivati dell'inconscio: si costituiscono solo grazie all'identità che è possibile stabilire con un episodio o situazione attuale. Nei fenomeni metapsichici sembra in atto il medesimo processo, che per essere ben compreso richiederà un approfondimento della nozione di legge simbolica e dei suoi effetti sulla realtà materiale.
La classificazione attuale della parapsicologia, esteriore e formale, non è da scartare ma non si rivela più utile per la comprensione di quanto lo sia una nosografia psichiatrica. Dobbiamo ricondurre ogni tipo di feno-meni all’azione dinamica delle varie istanze psichiche, riducendoli a fonda-mentali moti pulsionali.
La metapsichica si occupa della proiezione attiva nel mondo mate-riale o percettivo di un desiderio inconscio. E con il concetto di pulsione, limite tra lo psichico ed il somatico, il campo di questi studi può essere ampliato sino a comprendere ogni fenomeno biologico.
Purtroppo, come Freud già osservava a proposito delle relazioni pubblicate di sogni telepatici, negli episodi riportati dalla casistica mancano le associazioni di rappresentazioni che ne permetterebbero l'analisi. È facile capire che questo tipo d'indagine è poco accessibile allo studioso, purtutta-via è essenziale. Bisogna contentarsi di quanto avviene nella pratica di uno psicoanalista e non è probabile che avvenga al di fuori della pratica stessa - rispondendo ad un’obiezione di Freud - per gli effetti della traslazione sugli investimenti libidici della persona in analisi. Ma l’analista che vi sia interes-sato otterrà di facilitare la possibilità d'incontrare un fenomeno metapsi-chico nelle sue cure, mancando in questo alla neutralità della sua posi-zione. Se un episodio paranormale spontaneo non fa parte delle significa-zioni accessibili all'Io che lo percepisce, una personale indagine analitica potrebbe consentirgli di prendere coscienza di un desiderio che lo riguarda, ma non sempre è il suo, per lui non è mai stato simbolizzato e per questo gli è ritornato in un'esperienza reale. Non sempre è possibile, perché il solo desiderio analizzabile è quello agente.
Il presupposto energetico - mi si consenta questa osservazione - sembra rispondere meglio alle tendenze del pensiero nei metapsichisti. Essi forse trovano maggiore utilità nella rappresentazione di una "cosa” esterna per fare della scienza, rispetto alle più soggettive analisi del deside-rio negli psicoanalisti ed alle formalizzazioni matematiche dei fisici. Questa concezione energetica non la propongo senza riserve, si tratta di un presupposto utile ma è ben possibile che procedendo ci si trovi nella necessità di modificarlo per cercare di risolvere la questione scientifica della estraneità ed apparente violazione delle leggi fisiche conosciute, che forse potrà trovare risposta, ma non dev'essere presentata all'inizio del percorso in modo occlusivo.

I FENOMENI METAPSICHICI DA CRISI.

Le classiche apparizioni dei morenti alle persone con loro legate affettivamente hanno una prima elementare descrizione nell'invocazione di aiuto. Più precisamente, sono. investimenti della libido narcisistica nelle rappresentazioni dell'Altro, in questi casi prevalentemente l'imago dei genitori soccorritori o le persone sostitutive.
La manifestazione in questi casi è ancora inarticolata in un'attribu-zione, niente più di un desiderio di presenza o un grido di soccorso, in parte lo si vede nel comportamento della figura spettrale, mentre l’investimento delle significazioni simboliche ha un ruolo più ampio nella determinazione dei fenomeni psicocinetici tradizionali: orologi, campanelli, e quanto può richiamarsi al defunto. Poco diversa è la spiegazione delle apparizioni al letto dei morenti. L'intento coatto è invece più determinante e in questo caso efficace negli avvisi di pericolo e nelle premonizioni tutelari, dove l'Altro è presente come Super-io impersonante le forze di un destino protettore benevolo; non mi sembra che vi sia alcuna difficoltà nel comprendere tra i percipienti di questo appello anche persone totalmente sconosciute all'agente. Il prototipo dei fenomeni di bilocazione è la visione del proprio doppio, di cui si sono occupati Rank e Freud. In questo caso l'apparizione è interpretata dall'Io in modo prevalentemente persecutorio, un tradizionale avviso di morte successivamente trasformato in dimostra-zione di sopravvivenza. La maggior frequenza attuale dell'inverso feno-meno di bilocazione è riconducibile alla stessa evoluzione culturale: un’identificazione prevalente nell’Io ideale come vero se invece che altro da se. Nelle infestazioni il tradizionale episodio tragico è spesso, ma non necessariamente rilevabile alla loro origine, che può anche ricondursi ad una persona vivente; si sospetta con ragione che il campo delle intestazioni sia più vasto, con ripetizioni d'incidenti e suicidi nel medesimo luogo. I casi di morte violenta non evidenziano una domanda specifica o un investi-mento libidico rivolto verso un altro individuo, come avevano già notato Gurney e Myers. Ma in qualche modo il desiderio potrebbe intervenire anche in questi casi, è quanto si dice nel linguaggio comune: sentirsi alie-nati, esser fuori di se, una fuga dalla situazione.
Ci resta il dubbio che parlare di un desiderio inconscio non sia suffi-ciente. Abbiamo messo in questione tre elementi: il trauma, la ripetizione, il desiderio. Possiamo chiederci se è sempre possibile supporre qualche desiderio da parte dell'agente in crisi, un'intenzione, fosse pur solo quella di vivere, o se la ripetizione sia un fenomeno primario.
Allo stesso modo possiamo riesaminare la validità delle tesi di Wundt sull'origine ultima dei tabù. Quale modifica comporta il riconoscimento di un'oggettività dei fenomeni occulti al pensiero di Freud, che in quel tempo non aveva ancora modificato la sua teoria pulsionale? Freud riconduce l'origine ultima del tabù non al timore della potenza "demoniaca”, ma ad una proiezione dell'ostilità inconscia verso una persona amata, un'ostilità che in un certo modo è una componente d'ogni investimento amoroso, sempre ambivalente, che si libera alla morte della persona oggetto dell'in-vestimento. L'esame delle manifestazioni dei morenti non evidenzia un’ostilità, al contrario, un'eventuale comunicazione è quasi sempre di tipo spirituale. Ci si potrebbe chiedere se l'assenza di aggressività sia dovuta ad un'evoluzione culturale. Attualmente i soli fenomeni nei quali si possa vedere un intento persecutorio sono il poltergeist e forse Qualche raro caso di visione del proprio doppio. Abbiamo qui una possibilità di verificare l'ipo-tesi proposta in precedenza: un'opposizione strutturale tra le proiezioni persecutorie della paranoia ed i fenomeni metapsichici, corrispondente agli investimenti libidici nell'Io opposti a quelli nell'Altro. Precisiamo subito che quanto abbiamo affermato non implica affatto l'impossibilità per la rappre-sentazione dell’Altro di assumere forme persecutorie. Questo è ben dimo-strato dalla scissione della personalità che può assumere forme rispondenti ai modelli culturali dominanti, come nella possessione demoniaca. Esse rispondono comunque ad un desiderio inconscio dell'agente e non sono il risultato di una posizione di rifiuto rispetto alla funzione simbolica paterna.
Quando Freud esamina qualche caso di ESP il suo giudizio è sicuro: non esita a ricondurre presentimenti e intuizioni telepatiche a dei desideri di morte relativi al complesso edipico. E non vi è dubbio, esaminando le percezioni spontanee nella casistica, che questa sensibilità psichica sia attratta quasi morbosamente da tutto ciò che abbiamo definito traumatico, anche sotto forma di un'impersonale tragedia collettiva. Ma si potrebbe opporre, tornando alle apparizioni dei morenti, che se è senz'altro vero che i più cari affetti familiari possono nascondere desideri di morte, purtuttavia non si deve equiparare un fenomeno metapsichico con un’allucinazione dovuta ad un desiderio inconscio rimosso. I frequenti casi d'apparizione di un figlio agente in crisi alla madre percipiente non si accordano con quest'ipotesi, perché la morte di un figlio per la madre è vissuta come una castrazione, ancor più se il figlio è in età infantile, e neppure l'apparizione di un padre morente alla propria figlia dovrebbe esser comune.
Inversamente si dovrebbe trovare un numero più elevato di casi nelle coppie telepatiche padre e figlio, madre e figlia e tra fratelli. I dati tratti dalla casistica non sembrano confermare queste ipotesi. Se poi ci ricordiamo che le apparizioni possono esser viste anche da persone totalmente estra-nee, come nel caso delle infestazioni, e che anche gli animali domestici possono essere percipienti, dobbiamo concludere che il ruolo del desiderio del percipiente può non comparire affatto nella dinamica del fenomeno, che sia sufficiente solo una predisposizione psichica, una disponibilità pulsio-nale che dovremo esaminare. Ma non ci libereremo facilmente di questa tesi freudiana, di questa relazione strana ed elusiva tra la psi, la sessualità e la morte.
Ritorniamo sulla funzione dell'agente nelle apparizioni e sugli effetti della situazione traumatica. Giungono utili le indicazioni dell'ultima inchiesta di H. Haraldsson (Luce e Ombra n.1, 1990). Questo studioso nota con chiarezza la relazione esistente tra la morte violenta dell'agente e la maggiore facilità con cui appare anche a persone a lui estranee, è il passaggio da un'apparizione di crisi ad un'infestazione. Questi ultimi casi sono facilmente paragonabili ai sintomi di una nevrosi traumatica, con le sue ripetizioni oniriche dovute ad uno spavento in assenza d'angoscia difensiva. Il trauma ed il desiderio sono quindi due componenti variabili nella genesi del fenomeno e quando il primo aspetto è prevalente, come nella nevrosi traumatica e nelle infestazioni, il fenomeno non è orientato, per così dire, su una persona specifica. In questa condizione il primo estra-neo che si approssimi alla zona dell'incidente con una certa predisposi-zione ad assumere il ruolo di percipiente assiste alla ripetizione della scena o situazione traumatica. La nozione spiritista di monoideismo, invocata per spiegare questa categoria di fenomeni, trascura il basilare processo di spostamento delle rappresentazioni da una percezione altamente significa-tiva a dei particolari insignificanti, come avviene nel-l'isteria. Si spiegano in questo modo certe caratteristiche dei casi d'infestazione: una visione d'ambiente, l'assassino che compare allo stesso titolo della vittima, deam-bulazioni, comportamenti ripetitivi che rimandano, piuttosto che ad un preciso episodio, alle sue circostanze ed al suo approssimarsi.
Queste osservazioni sembrano confermare la nostra ipotesi di una differenza che occorre mantenere tra la tendenza alla ripetizione della situazione traumatica ed il desiderio inconscio che la modifica.
Una variazione dell'omeostasi psichica nell'agente libera l'energia pulsionale che si rende disponibile per la produzione dei vari fenomeni, tra i quali includiamo anche le visioni oniriche, allucinazioni ed altre esperienze vissute in situazioni fisiologiche estreme, i casi detti perimortali, ma in un certo senso lo sono tutti. La evidente continuità tra questi fenomeni conferma quanto abbiamo notato: essi si verificano in prossimità temporale o sono concomitanti con un episodio traumatico. Che il trauma si verifichi non è necessario; che sia una lesione mortale, una scalfittura o l'incontro con delle particolari associazioni inconsce di significanti è lo stesso, perché‚ in questo inconscio, che sembra dotato di così straordinarie capacità di preveggenza, manca l'esame di realtà e l'incontro con un significante è trattato alla stregua di un fatto reale.
La nozione di trauma dovuto ad un incidente lesivo per l'integrità psichica dell’agente non ci farà dimenticare la sua componente somatica. Infatti molte esperienze estatiche sono contemporanee a cadute e scosse del corpo. Troviamo una conferma dell'incremento che oscillazioni e cadute producono sulla quantità di libido psichica mentre, come ci spiega Freud, il dolore e l'infermità fisica tendono invece a legare l'eccitamento eccedente, richiamando un sovrainvestimento dell’Io.
Da dove proviene questa libido che si rende disponibile per essere investita quando non ci troviamo di fronte agli effetti di uno spavento e la morte è attesa dall’Io? - Ebbene, è facile pensare che per quanto la morte possa essere attesa, anche voluta, l’Io preferisca non crederci e solo al suo approssimarsi cedano l’illusione e la speranza che lo hanno mantenuto. Di fronte all'inevitabile, l’Io rinuncia a se stesso abbandonando il suo investi-mento libidico narcisistico e investendo in un ultimo anelito l'Altro. È dunque dall'ampio serbatoio della libido dell'Io che si trae la disponibilità pulsionale per la realizzazione del fenomeno metapsichico ed anche in questo caso l'Io rivela la propria origine narcisistica e la sua azione anticipatrice della morte.
Il comportamento di una figura spettrale non sempre denota un’intenzione di comunicare, mentre quest'aspetto è più presente nelle esperienze di tipo onirico o allucinatorio. Spesso non sembra interferire con i viventi, limitandosi a ripetere i comportamenti che in vita erano abituali all'agente. All’opposto può rivelare un intento monitorio o rivolto all'assolvi-mento di debiti, esaudimento di promesse, comunicazione di messaggi. Questi casi possono anche assumere l’andamento comune alle infestazioni o manifestarsi in una comunicazione di tipo medianico.
Per rendere comprensibili queste differenze dobbiamo considerare il rapporto esistente tra la libido ed il sintomo dal punto di vista economico. Ancora una volta un semplice confronto con la teoria delle nevrosi ci per-mette di vedere meglio il problema. Torniamo all'esempio della nevrosi traumatica, con le sue ripetizioni oniriche e reazioni somatiche simili ai sin-tomi dell’isteria di conversione. Queste nevrosi arrecano gravi disturbi ai malati, ben diversi dagli effetti delle piacevoli e spiritualmente gratificanti bilocazioni e visioni estatiche che ci vengono narrate dai reduci delle espe-rienze perimortali. L'esperienza clinica ci insegna che spesso i sintomi della nevrosi traumatica vengono a corrispondere con quelli della nevrosi di tra-slazione. Per dire più precisamente, un trauma da spavento agisce sulle comuni predisposizioni latenti in ogni persona psichicamente normale por-tandola a sviluppare una nevrosi ossessiva o d'angoscia. Ricordiamoci che Freud ha lasciato aperta la possibilità che le nevrosi traumatiche non siano dovute agli effetti di un'impressione infantile: sarebbero dunque un feno-meno primario, dovuto alle eccezionali circostanze che realizzano le condi-zioni per una fissazione. Lo sconvolgimento libidico del trauma agirebbe come un fattore attuale, rilevando le potenzialità nevrotiche preesistenti.
Possiamo supporre che anche in una situazione di crisi perimortale la variazione degli investimenti libidici venga ad incrementare i pensieri preconsci o chiaramente consci dell'agente, realizzandosi in un fenomeno metapsichico. Il desiderio inconscio che nel lavoro onirico si lega ai resti diurni verrebbe sostituito dall'investimento attuale che si fisserebbe in una preoccupazione o intenzione inattuata. Anche le percezioni telesomatiche sarebbero paragonabili agli stimoli organici che entrano nel contenuto onirico, e nel percipiente avremo, in luogo di un investimento oggettuale, un'identificazione come nella possessione medianica.
Le descrizioni del comportamento dei fantasmi che ci appaiono sembrano confermare queste ipotesi, tenendo presente la possibile successiva modifica che vi apporta il desiderio, anch'esso rivolto verso l'Altro, del percipiente.
Nella teoria metapsicologica freudiana un desiderio inconscio tende sempre a riemergere collegandosi ad una rappresentazione preconscia, dunque in qualche modo è una forza attiva. Freud lo osservava, con un certo stupore, nel ritorno dei ricordi rimossi: ripresentandosi con grande vivacità sensoriale ed intensità affettiva non sembrano soggetti all’usura del tempo. Indubbiamente lo psicoanalista che voglia mantenersi in una visione scientifica usuale potrà ancora ricondurre queste tracce mnestiche alla loro organizzazione cerebrale, per quanto Freud abbia ripetutamente affermato di non riferirvisi. Gli resterà da spiegare come questi ricordi inconsci rimangano attivi sottraendosi alla degradazione entropica propria d'ogni fenomeno biologico. Se trattiamo solo della memoria una giustifica-zione è ancora possibile, ma l'ammissione dell'esistenza dei fenomeni metapsichici, in particolare di quelli precognitivi, costringendoci a scindere l'informazione dal suo supporto materiale localizzato nello spazio e nel tempo, ci fa sospettare che la vera spiegazione della memoria sia diversa da quella che può fornirci una registrazione biochimica di engrammi para-gonabile a quella dei nostri elaboratori elettronici.
Questi fenomeni di ripetizione di per se ci costringono a postulare l'esistenza di un "qualcosa" inconscio, come il sintomo isterico ed il comportamento ossessivo sono segni del ritorno di un desiderio rimosso. Tuttavia quali che siano le difficoltà teoriche per descrivere in termini scien-tifici i processi di pensiero e ancor più di situare in un modello cibernetico l'esistenza di un desiderio inconscio - Fornari lo notava, è strutturalmente impossibile - si permane nella convinzione che sia spiegabile mediante la neurofisiologia. Non è questo, implicitamente, ciò che trova Freud quando, in una delle sue elaborazioni teoriche più avanzate, esamina i problemi posti dal masochismo e dalle affezioni irriducibili ad un principio di piacere nella vita psichica, come la nevrosi traumatica e la ripetizione coatta di un destino. È il demoniaco “eterno ritorno dell'uguale" che perturba l'Io giun-gendo dall’esterno come i fenomeni metapsichici.
Analizzando la dinamica dell'attività ludica infantile ed i problemi dell'entropia biologica, Freud estende la nozione di coazione a ripetere al di là dei processi vitali tendenti all'omeostasi energetica. In una visione allar-gata, egli suppone lo stesso fenomeno in atto in tutto il mondo biologico. I molteplici esempi ai quali ricorre, come l'orientamento degli animali migra-tori e le loro strane capacità di ritorno, le ricapitolazioni morfologiche dell'embriogenesi e aggiungiamoci pure i fenomeni di mimetismo, sono gli stessi che si presentano agli studiosi di metapsichica; manca ancora la chiarezza.
La riformulazione del dualismo pulsionale freudiano nei termini di vita e di morte è rimasta largamente incompresa anche tra gli psicoanalisti oppure ha ricevuto delle interpretazioni riduttive e la questione è stata considerata non scientifica. È pur vero che essa si presta a delle obiezioni, come ammette Freud stesso, lasciando liberi i suoi seguaci di accettarla o rifiutarla. Ma le manifestazioni della psi esteriorizzate all’Io costituiscono una preziosa testimonianza degli effetti della pulsione di morte, che "abitualmente si sottrae alla percezione ed opera in silenzio".
Sarà la generalizzazione di un nuovo modello esplicativo a permet-tere la comprensione dei fenomeni psichici, così sfuggenti, nel discorso della scienza. Lo psicoanalista, questo inguaribile meccanicista e materiali-sta, potrà trovarvi lo statuto, riconducendovi il proprio oggetto di studio.



 

 

 

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